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I 7 PUNTI CHIAVE PER L’UTILIZZO CORRETTO DI UN CARRELLO ELEVATORE
Studio-IT - Safety Training School

Come essere in regola con le normative attuali e lavorare meglio.

  1. ACQUISTO O NOLEGGIO DI UN CARRELLO CON MARCATURA CE: spesso siamo molto legati al nostro buon vecchio muletto, ci ha accompagnati per molti anni, servendoci sempre al meglio.
Purtroppo però in alcuni casi, nonostante l'attaccamento emotivo, il carrello elevatore è molto vecchio e presenta problematiche, oltre che di natura pratica (sono assenti moltissime delle comodità  che sono presenti negli ultimi modelli) anche di natura "legale". I carrelli elevatori datati mancano anche, spesso, dei minimi requisiti di sicurezza previsti dal D.Lsg. 81/08. Cosa fare quindi? Le alternative sono due: la prima, noleggiare o acquistare un muletto nuovo con tutto ciò che è necessario per essere in regola in questo momento; la seconda, metter mano al "vecchio catorcio" con un manutentore esperto e portarlo a norma con in requisiti dell'Allegato V del D.Lsg. 81/08.

  2. FORMAZIONE DEL PERSONALE: non possiamo dimenticarci, da buoni datori di lavoro, che non possiamo far salire e guidare il carrello elevatore da personale non adeguatamente formato. In questo caso i corsi per l'abilitazione all'uso del carrello elevatore (ex patentino muletto) sono chiaramente scanditi dall'Accordo Stato Regioni del 22/02/2012. Sono previste 8 ore di teoria, con test finale di abilitazione, e 4 ore di prove pratiche. Molto spesso ci domandano: ma si può essere bocciati? La risposta è Sì. Questo corso di formazione rappresenta una vera e propria patente e come tale è una "licenza di uccidere". Sulla persona che utilizzerà  il carrello elevatore, graveranno moltissime responsabilità , per cui è fondamentale che ne venga a conoscenza, che sia in grado di gestirle e rispettarle. L'obiettivo è evitare infortuni sia al carrellista che ai colleghi che gli orbitano intorno.
"Io sono il Datore di Lavoro, devo fare anche io il corso per l'uso del muletto?"
La risposta ènuovamente Sì. Essendo un'abilitazione alla guida, tutti quelli che usano il carrello elevatore devono averlo. Sarebbe come guidare una macchina senza la patente B!!!

  3. REGOLE DI MOBILITA': per perseguire l'obiettivo della sicurezza del luogo di lavoro, l'unica via è quella di dare delle regole ai veicoli che si muovono nei luoghi di lavoro. Sappiamo già  che, dove c'è una mobilità  promiscua (presenza di persone e mezzi di movimentazione merci) la stessa va regolamentata. Il problema è che, nella realtà, la stragrande maggioranza delle aziende italiane ha la segnaletica orizzontale e verticale che delimita gli spazi di movimento dei muletti e dei lavoratori a piedi. Molto spesso però queste suddivisioni non vengono seguite e ognuno fa quello che vuole creando il CAOS. La confusione, che ci piaccia o no, è l'anticamera degli infortuni.
Servono regole, serve chi le fa rispettare, servono spazi idonei al movimento e soprattutto...serve ordine.

  4. VISITA MEDICA: per esser certi di adibire personale idoneo all'utilizzo dei carrelli elevatori è necessario che  sia predisposta preventivamente e periodicamente la sorveglianza sanitaria. I requisiti? Non sono assolutamente distanti da quelli necessari per conseguire la patente B. In particolare però c'è un esame che è fondamentale per tener sotto controllo la lucidità  dei nostri operatori: il test tossicologico. Vengono valutati gli stati da uso e abuso di sostanze psicotrope  e stupefacenti. L'esame si svolge almeno una volta l'anno e sicuramente, per esser certi del risultato, sarebbe meglio svolgerlo a sorpresa. Il lavoratore non può rifiutare di sottoporsi agli esami, pena la non idoneità  alla mansione.
E' importantissimo scegliere bene i conducenti dei carrelli elevatori, individuando persone responsabili, serie e pacate. Purtroppo sappiamo bene che il settore della movimentazione merci è tra quelli che contano il maggior numero di infortuni, anche mortali.

  5. RIDUZIONE DELLA VELOCITA': il carrello elevatore è un macchinario particolarmente agile. Avendo lo sterzo posteriore gira su se stesso senza troppi problemi, in modo comodo e pratico. Questi sono lati positivi ovviamente ma, se non tenuti sotto controllo, possono diventare i nostri peggiori nemici. Sterzando con curve così strette, ad alta velocità  è molto facile ribaltarsi... anche se molti lavoratori ritengono "impossibile" che succeda. Una bassa velocità  inoltre ci consente di poter avere una più semplice gestione dei colleghi che camminano a piedi per l'azienda o i camionisti che spesso risultano invisibili sui pianali dei loro mezzi.
Esiste anche la possibilità  di non affidarsi semplicemente alla responsabilità  del singolo operatore, ma di far montare dei "fermi" che riducano la velocità  che il mezzo può raggiungere. In questo modo limitiamo i gradi di libertà  che i lavoratori hanno a loro disposizione per farsi male.

  6. USO DELLA CINTURA DI SICUREZZA: la marcatura CE e il d. Lsg. 81/08 riportano chiaramente tra i requisiti minimi di sicurezza la presenza della cintura o di altro sistema di trattenuta idoneo (es. gli sportelli chiusi). La motivazione principale è che nel caso citato nel punto precedente di ribaltamento del mezzo, il conducente deve restare il più possibile all'interno della cabina. L'incidente finisce per avere spesso gravi conseguenze sul carrellista stesso (e quindi anche sull'azienda presso cui lavora) il quale può finire schiacciato dal muletto o dalla tettoia di protezione, rischiando di perdere la vita. Gli organi di vigilanza si sono spesso pronunciati sul fatto che, anche se la macchina è dotata di sistemi di trattenuta alternativi alla cintura, sarebbe comunque assolutamente consigliabile indossarla ugualmente.
Il suo scopo è mantenere l'operatore ancorato al sedile, nel momento in cui il muletto inizi ad inclinarsi.
E' però tristemente evidente come la cintura venga utilizzata dalla maggioranza degli operatori, solo durante il corso di formazione e poi dimenticata. La scusa più frequente è "ma io devo scendere e salire centinaia di volte al giorno". Il punto non è quante volte si debba salire o scendere, ma è tornare a casa da lavoro sani e salvi. Esiste la possibilità  di far montare dei sensori che non permettono l'accensione del muletto fino ad indossamento della cintura di sicurezza. Ovvio che sia un sistema facile da eludere, ma lo è soprattutto quando non vengono messi in atto adeguati controlli sui comportamenti dei lavoratori.

  7. MANUTENZIONE: un altro punto fondamentale, compartecipe di molti infortuni, è la mancata manutenzione.
I livelli di controllo devono essere sempre almeno due: il primo, da parte dell'operatore che, come apprende al corso di formazione, deve effettuare dei controlli visivi ad inizio turno e segnalare eventualmente le anomalie, mettendo il mezzo "guasto" se necessario; il secondo da parte dell'azienda che dovrà  incaricare una ditta specializzata (o personale adeguatamente formato) per il controllo periodico delle catene ( trimestrale, salvo altra indicazione del costruttore) e la revisione annuale (questa solo da parte di una ditta specializzata).
E' chiaro che l'usura dei freni, della gomma delle ruote, l'assenza di dispositivi di segnalazione (clacson, luci, cicalino di retromarcia) , possono essere causa diretta o concausa di infortuni anche gravi.

Come potete intuire da questo articolo, i temi da trattare quando si parla di sicurezza nell'uso dei macchinari di trasporto delle merci sono molteplici e riguardano tutti coloro che sono presenti in azienda. Il sistema di prevenzione è infatti fondato sulla collaborazione di tutte le figure della sicurezza, per perseguire l'obiettivo "riduzione degli infortuni".
Ricordiamoci che basta un singolo errore per cambiare la vita per sempre.

Lavorare sicuri, lavorare meglio.



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